Non hai paura?

Vivo e viaggio in camper da qualche mese ormai e ieri sera (marzo 2021) ho aperto su instagram un box con la domanda: “Cosa vuoi sapere sulla vita in camper?” Ho ricevuto tante domande tecniche su come rispondere a necessità quali acqua, gas ed elettricità. Ma tutte le altre domande sono state come queste:
“Non hai paura?”
“In quanto donna, ti senti sicura a viaggiare da sola?”
“Dormi tranquilla la notte, essendo sola in camper?”
Alla prima domanda ho pensato: “Perché dovrei aver paura?!”
Ma leggendo la decima domanda uguale ho pensato: “...Forse dovrei avere paura?”
E poi mi sono chiesta:
"Se fossi un uomo, mi chiederebbero ancora se ho paura?"
Per rispondere ci ho pensato un po’, mentre guidavo i 400 km di paesaggi stupendi che separano Granada da Alicante, nel nord-est della Spagna.
Intanto, sono sicura che se fossi stata uomo, nessuno me l'avrebbe mai chiesto, quindi qui abbiamo un problema SISTEMICO e sociale, intricato e CULTURALMENTE RADICATO.
Oltre a questo, è importante differenziare la paura tra paura in quanto emozione irrazionale e una possibile paura legata ad un rischio statistico.
Se parliamo di rischio statistico: è vero che per un individuo che si presenta nella società in quanto donna* sia più pericoloso girare da sola. Ma questo banalmente anche solo tornare a casa la sera a piedi da sola, senza necessariamente dover viaggiare, sia statisticamente più pericoloso che per un uomo* .
Quindi rendiamoci conto che essere donna ed esistere in quanto tale, è generalmente statisciamente più pericoloso che essere uomo; è un dato di fatto, tanto quanto sia un dato di fatto che sia statisticamente più rischioso uscire e attraversare una strada, piuttosto che rimanere chiusə in casa.

La paura in quanto emozione, può essere irrazionale. Nel caso del viaggiare da sola, è una paura strettamente legata ad una cultura e una società, che impone quello inteso come genere femminile* un maggiore rischio di abusi fisici (e non solo) rispetto al genere maschile* e perpetrati da quest’ultimo.
Chiamiamolo col suo nome: il sistema Patriarcale che vige e dirige praticamente tutto nelle nostre interazioni umane.
* - concedetemi in questo discorso di non spaziare su altre tematiche importantissime e inerenti, ma verso le quali non mi sento di avere le competenze per affrontarle quali razzismo, abilismo, discriminazione ed odio verso un individuo basato unicamente sul proprio genere / orientamento sessuale / etnia / religione, in relazione al contesto sociale / luogo / momento storico, in cui si trova.
Penso di non essere abbastanza preparata in modo da dare una visione psicologica, sociale e contestuale abbastanza approfondita e corretta. È un tema incredibilmente complesso ed intricato e che di certo non si può ridurre ad un semplice articolo in un blog.
Ma posso dare la mia, personale, opinione a riguardo: Non Serve Avere Paura. Lasciando prevalere la paura, a tal punto da non intraprendere un viaggio da sola, si permette a questo meccanismo sociale e culturale, discriminatorio nei confronti del genere femminile, di continuare ad esistere.
Negli anni mi sono resa conto di quanto da sempre, in tutta la crescita, noi bambine, ragazze e donne nella nostra società fino ad ora, siamo state bombardate di messaggi e definizioni relative al genere nel quale ci troviamo non solo identificate, ma spesso costrette: quello femminile.
Definizioni che poi si traducono in stereotipi ed influenzano noi stessə ed i comportamenti degli altri nei nostri confronti.
Da bambine ‘dobbiamo’: essere brave, essere educate, giocare con le bambole.
Da ragazze ‘dobbiamo’: essere attraenti, essere educate, essere femminili.
Da donne ‘dobbiamo’: mantenerci in forma, prenderci cura della casa, essere madri realizzate.
(*reputo scontato che anche il genere maschile subisca bombardamenti di stereotipi e definizioni nocive, ma non è mia intenzione trattare questa tematica in questo articolo.)
Ci viene insegnato che il genere femminile è fisicamente più debole, che è statisticamente più a rischio rispetto al genere maschile e che ci sono molti momenti della nostra vita in cui DOBBIAMO avere paura, proprio per queste statistiche, che sono alimentate da altra paura e da un sistema educativo ed antiquato che è rimasto ancorato a tempi stantii e che stenta a riconoscere e tantomeno a proporre ed attuare un cambiamento, un'evoluzione che sono ASSOLUTAMENTE e URGENTEMENTE necessarie.

Io personalmente non ho paura e non ho mai avuto paura
Posso permettermi di dire ciò, intanto considerando i privilegi dai quali parto: dal mio essere temporaneamente abile, all'aver ricevuto un'istruzione consueta, dall'avere la pelle bianca, all'avere una famiglia che mi supporta e sulla quale posso sempre contare. Partendo da questi privilegi, che sono punti di partenza non scontati e che favoriscono il mio approccio alla questione legata alla paura di viaggiare anche da sola, posso dire che:
semplicemente mi lascio guidare dall’istinto.
Io lo sento immediatamente se una situazione mi torna o meno, se un luogo è sicuro o se è meglio proseguire e so leggere nelle persone che intenzioni potrebbero potenzialmente avere. Senza pregiudizio, solo un forte istinto che ascolto profondamente!
Col tempo e con l'esperienza ho imparato ad ascoltarlo e lasciarmi guidare.
Oltre all’istinto, che comunque metto al mio primo posto per viaggiare sicura, ci metto anche un po’ di buon senso basilare:
se sono in un luogo in cui non ho mai dormito prima e c’è anche solo un altro camper o furgone, è già un buon segno.
Se sono in un luogo nuovo o che non conosco abbastanza, appena fa buio chiudo le tende e blocco le porte.
Se sono in un luogo nuovo, parcheggio e sosto senza dare troppo nell’occhio: se ho la porta o le finestre aperte per arieggiare, tengo la musica un po’ più bassa.
Se c’è un po’ di via vai di persone perché magari sono in un parcheggio affollato, socchiudo le tende.
Se per un qualche motivo mi sento che c’è qualcosa che non mi torna o non mi ispira il luogo in cui sono, semplicemente mi sposto.
Queste sono cose che faccio non perché non mi sento al sicuro, ma semplicemente perché mi piace mantenere la mia privacy.
Eppure ora che ci ragiono mi chiedo:
"Osserverei le stesse accortezze con tanta cura se fossi un uomo?"
Probabilmente non in modo così meticoloso e attento.
Ma sicuramente una paura dettata da un contorto problema sistemico non mi impedirà di vivere serenamente ogni mio viaggio, lo stile di vita che più sento mi appartenga.
Vi invito a riflettere a quali domande fate, a chi e per quale esatto motivo;
Ogni volta che ponete una domanda a qualcunə, ponetene sempre un'altra anche a voi stessə:
"Perché mi sono sentitə spintə a porre a questa domanda? Quali credenze e pensieri si celano dietro questa mia domanda?"
Vi invito a pensare anche a quanto la paura sia alimentata da pregiudizi, irrazionalità, etichette e stereotipi e di quanto sia importante riconoscerne le fonti, senza lasciarvi schiacciare ed immobilizzare da essa.
Evoluzionate il Mondo partendo da voi stessə
Siate curiosə, ponetevi un sacco di domande e osservare bene ciò che vi circonda;
Con la consapevolezza, il sapere e la cultura si può davvero trasformare la narrativa, ma mantenendo sempre il cuore aperto

Sapete qual’è il contrario della paura?
E’ l’amore.
Cheers & Love,
Leoné di STATO BRADIPO®